Indice > Premessa PremessaLe biblioteche sono fatte di libri, e chi lavora in biblioteca, studente, studioso, bibliotecario, si rapporta spesso al singolo libro, o al più a un contesto di ricerca, avvicinando i documenti con un'attitudine 'pratica', indagandone i saperi o predisponendoli all'uso. Questo certamente dev'essere, in un rapporto di frequentazione vitale, ancor più in ambito accademico. Ma le biblioteche dell'Università di Firenze hanno a che fare con la storia, e anche questa è una prospettiva da cui non si può prescindere. Sono state costituite, donate, smembrate, salvate, ricomposte in mille raccolte, grazie ad un susseguirsi di vicende, le più disparate, spesso di straordinaria rilevanza culturale e scientifica: alcuni rivoli provengono dalla Biblioteca Palatina dei granduchi di Toscana, talora per via del Regio Istituto di Studi Superiori, altri dalle librerie conventuali soppresse in età Napoleonica, altri ancora da istituti prestigiosi, quali lo Spedale di Santa Maria Nuova, da celebri società e accademie, tribunali, ordini professionali sopravvissuti ai secoli. Sono nate assai spesso dal mecenatismo di ricercatori che in alcuni casi hanno fondato nuove discipline e rivoluzionato gli studi tradizionali e che hanno voluto consegnare le proprie biblioteche personali all'Università, esprimendo un forte attaccamento all'istituzione accademica, per lasciare un prezioso testimone alle generazioni degli allievi, una raccolta di libri 'culturalmente' orientata, lo strumento che più di ogni altro segna il 'continuum' degli studi. Le biblioteche dell'Ateneo radunano materiali tra loro diversissimi, preziosi e delicati: tra questi papiri, carte geografiche, manoscritti orientali, disegni d'architettura, fotografie e lastre fotografiche, microformati, carteggi, diari personali e archivi di istituti, collezioni d'interesse tutte assolutamente specialistico. E' l'insieme di questi fondi e di queste raccolte che qui vogliamo documentare, fornendo brevemente notizie sul loro costituirsi e sulle loro attuali condizioni, di conservazione e accessibilità. Il lavoro che presentiamo è nato come aggiornamento in versione web del Catalogo dei fondi speciali pubblicato a stampa nel gennaio 1998 a cura del Sistema Bibliotecario di Ateneo, in concomitanza con l'allestimento della mostra I libri dello Studio. Itinerari alla scoperta dei fondi storici dell'Università di Firenze. Da allora l'Ateneo fiorentino ha avviato una fase di valorizzazione del patrimonio librario antico. A partire dalla ricognizione delle raccolte, e dalla conseguente conoscenza dei problemi - di conservazione, ordinamento e trattamento biblioteconomico - ci auguriamo in un futuro non lontano di poter contemperare esigenze di tutela e di fruizione. Dal luglio 2000 un gruppo di bibliotecari si sta preparando a sviluppare progetti di digitalizzazione sulle nostre raccolte storiche, e nel gennaio 2001 è stato organizzato un corso di catalogazione sul libro antico a stampa, per garantire l'inizio del trattamento 'a regime' di questo materiale secondo lo standard SBN. Alla base del catalogo è un attento ripensamento del concetto di 'fondo' speciale. Il desiderio di ricostruire in tutta la sua varietà e ricchezza la crescita impetuosa, ma programmata e calibrata sulle concrete esigenze degli studi, delle raccolte che l'Istituto fiorentino di Studi Superiori andava allestendo per dotarsi degli strumenti necessari al suo funzionamento, ha imposto di allargare l'indagine a molte collezioni che non erano state considerate o individuate in precedenza, non essendo dotate di un nome formale che le facesse immediatamente riconoscere come tali, o essendo disperse all'interno delle sezioni correnti di collocazione delle biblioteche. Il lavoro è ben lungi dal dirsi compiuto: Gabinetti, Scuole, Musei dell'Istituto si adoperavano per creare raccolte di libri, oggetti, reperti e documenti di grande pregio, che testimoniano l'impegno profuso dai docenti nell'allestire per i rispettivi ambiti disciplinari veri e propri laboratori di studio. Questi materiali sono ancora esclusi dal catalogo, e dovranno auspicabilmente venir restituiti alla conoscenza da una sua nuova e più aggiornata versione. Rispetto agli intenti iniziali, di mero aggiornamento in diverso formato (per il Web) del lavoro di ricognizione svolto a fine 1997, si può dire quindi che questo Catalogo ci ha preso la mano, imponendosi come impresa in divenire, aperta di necessità per il futuro a un continuo aggiornamento. E' un dato di evidenza e al contempo imperativo: con nostra sorpresa, dalle 168 collezioni della prima versione si è passati a censire 195 raccolte, 27 in più. Non si tratta - due sole sono le eccezioni - di nuove accessioni, ma di un 'riconoscimento' dovuto proprio al mutato e allargato concetto di 'fondo'. Di alcune collezioni si era persa la memoria, di altre si erano persi i materiali, dispersi trasversalmente all'interno delle raccolte, anche tra sedi diverse. E' ad esempio il caso dei documenti del Museo Indiano, che occorre ancora investigare alla ricerca dei pezzi mancanti. Si è dunque avviata una ricerca documentaria, per risalire all'attestazione dei lasciti; si è deciso di garantire una maggiore informazione sui donatori, rimaneggiando ove necessario anche le schede dei fondi già censiti nella prima versione del Catalogo; si è cercato al contempo di dar conto di tutti gli studi e gli scritti concernenti i fondi, di cui talora le biblioteche non serbavano memoria. In alcuni casi - come per la Biblioteca di medicina, ed anche per tre nuclei di manoscritti della Biblioteca umanistica - si è deciso di rendere maggiormente analitica la descrizione di grandi raccolte, 'spogliando' gruppi interni di materiali che avessero autonoma dignità di collezione. Coerentemente con queste premesse, il titolo è stato cambiato in Catalogo dei fondi e delle collezioni speciali, proprio per accogliere all'interno della rassegna, tutte quelle raccolte librarie o archivistiche, non necessariamente nate come fondi, ma segnate da un preciso denominatore - di genere o contesto disciplinare - e contraddistinte da un comune carattere di specificità. In prospettiva, vorremmo che questo fosse solo l'inizio, e che questo Catalogo, reso più ricco e accurato, uniformato nelle descrizioni - che dovranno divenire autorevoli sussidi alla ricerca elaborati secondo un preciso standard -, costituisse elemento centrale di tutela e fruizione delle collezioni, e addirittura portale d'accesso alla consultazione, per i materiali che andremo a riprodurre elettronicamente per renderli fruibili in rete. E' auspicabile che la Biblioteca digitale possa servire a ricostituire virtualmente fondi che oggi non sono più tali, perchè disgregati, e a far emergere nuove collezioni, di materiali fisicamente non radunati. Per garantire la vita di queste raccolte è poi davvero necessaria una volontà 'politica', che garantisca investimenti interni (in primis in termini di lavoro da dedicare) e l'impegno di avviare programmi e curare progetti che procurino risorse dall'esterno. Dobbiamo proiettarci a concentrare sulle collezioni energie di studio, sviluppando consorzi di forze con la ricerca e la didattica e coi musei, garantendo il prosieguo di opere importanti, già intraprese e non lontane dal fine, com'è ad esempio la catalogazione di tutti i carteggi della Biblioteca di Lettere compiuta a cura dell'Accademia La Colombaria, adesso minacciata dal mancato rifinanziamento regionale. Frattanto tanti materiali restano ancora da rintracciare, seguendo la traccia di percorsi di 'razzia' e piani di riassetto non scientificamente fondati, nè magari documentati, irrispettosi dei fondi e delle raccolte organiche. E ancora: varie raccolte aspettano un intervento di riordinamento, talora di restauro, sovente di inventariazione e descrizione catalografica, per poter finalmente divenire accessibili. Tanti problemi restano ancora da discutere (tra questi l'opportunità di redigere linee guide e raccomandazioni a livello d'ateneo per la gestione - a tutti i livelli - di questi materiali, prevedendo anche una regolamentazione delle richieste di riproduzione e lo studio dei problemi relativi al copyright, che hanno implicazioni rilevanti nella prospettiva della Biblioteca digitale) ma è importante, per adesso, aver iniziato un lavoro, con l'intenzione di continuarlo. E' già molto se oggi eviteremo di commettere errori commessi in passato, ad esempio col far confluire donazioni di grande pregio all'interno delle sezioni correnti di collocazione, disperdendo di fatto i lasciti, o col predare i fondi a beneficio delle sale di consultazione. Ma una ridda di interrogativi si solleva, e molti altri dovranno balzare a livello di consapevolezza: tra questi, un libro di non particolare pregio di un fondo culturalmente rilevante deve essere oggetto di tutela particolare? Deve cioè prevalere la richiesta d'uso del pezzo singolo rispetto alla considerazione dell'insieme? Come riuscire a contemperare esigenze diverse? Dare, o sforzarsi di dare una risposta concreta a questi interrogativi significa non solo precisare per le biblioteche dell'Ateneo fiorentino una corretta - o più corretta - metodologia di tutela e valorizzazione delle raccolte, ma anche fornire al mondo delle biblioteche un contributo di riflessione sui termini della fruizione del patrimonio librario antico, che certamente varia di biblioteca in biblioteca, per la tipologia e la specifica utenza di ciascuna istituzione. (a cura di Lucilla Conigliello) Riepilogo generale dei fondi censiti:
Avvertenze:I criteri scelti nel procedere al censimento e alla 'scelta' dei fondi e delle collezioni da descrivere sono sostanzialmente quelli elaborati per la redazione del Catalogo pubblicato a stampa nel gennaio 1998, e dichiarati nell'introduzione allo stesso, con gli ampliamenti cui già si è fatto cenno: si è approfondita l'indagine all'interno delle raccolte, a censire nuclei di materiali affini non necessariamente radunati all'origine, o originariamente aggregati e successivamente dispersi nella collezione. Sono stati corretti errori formali o sostanziali. Si è avviata (per la Biblioteca Umanistica) una ricognizione della documentazione archivistica concernente le donazioni, e dato conto di informazioni anche desunte da fonte orale, quando ritenute qualificanti, nella prospettiva di intraprendere tale lavoro anche per tutte le altre collezioni dell'Ateneo.La revisione e l'aggiornamento del catalogo sono stati curati da: Roberta Barsanti e Simona De Lucchi (Biblioteca Biomedica) Claudia Burattelli, Antonella Farsetti, Emanuela Frati e Alessio Mazzanti (Biblioteca di Scienze) Gianna Frosali e Chiara Razzolini (Biblioteca di Scienze Tecnologiche) Maria Enrica Vadalà, con la collaborazione di Eliana Ferretti (Biblioteca Umanistica) Lucilla Conigliello (Biblioteca di Scienze Sociali). L'edizione in formato Web è stata curata da Manola Tagliabue, con la collaborazione di Chiara Razzolini. Il lavoro è stato promosso e organizzato nell'ambito delle attività del Gruppo d' Ateneo Biblioteca digitale Collezioni storiche (maggio 2001). |