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Il saggiatore  (1623)
Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo  (1632)
De sphaera et solidis sphaeralibus  (1644)
Lezioni accademiche  (1715)
Saggi di naturali esperienze  (1691)
Opuscoli scientifici  (1783)
De' microscopi catadriotici  (1818)

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Fisica

Al momento di tracciare un rapido profilo degli sviluppi degli studi di fisica a Firenze è inevitabile richiamarsi al nome di Galileo, il padre del moderno metodo scientifico. Il grande scienziato, nato a Pisa ma appartenente a una famiglia di antiche radici fiorentine, visse a Firenze per oltre trent'anni, dal 1611 alla morte, prima come filosofo granducale e docente dello Studio pisano, quindi dedito agli studi privati nel ritiro imposto dalle autorità ecclesiastiche. Se gli anni della sua attività scientifica più feconda sono forse quelli del precedente soggiorno padovano (è ad essi che risalgono le ricerche sulla caduta dei gravi così come l'invenzione del cannocchiale e le celebri scoperte astronomiche), il periodo fiorentino costituisce pur sempre quello della piena adesione alla teoria copernicana, e soprattutto della composizione delle sue opere maggiori, dal Saggiatore al Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo ai Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze. E a Firenze Galileo avrebbe lasciato un nucleo di studiosi di fisica e di matematica di grande valore: personaggi come Vincenzo Viviani, Evangelista Torricelli, Benedetto Castelli e Bonaventura Cavalieri seppero raccogliere l'eredità del maestro e costituirono l'ideale punto di raccordo con l'altra grande stagione del Seicento scientifico fiorentino, quella delle adunanze e degli esperimenti dell'Accademia del Cimento. L'Accademia, istituita nel 1657 e scioltasi allo scadere del suo decimo anno di vita, ebbe tra i suoi soci lo stesso Viviani e studiosi del calibro di Alessandro Marsili e Francesco Redi; le esperienze che vi furono condotte contribuirono a stabilire principi e fondamenti della fisica e della biologia moderne.
Il secolo successivo è caratterizzato dalla fondazione di altre accademie prestigiose, come quelle della Colombaria e dei Georgofili, istituite rispettivamente nel 1735 e nel '53, nonché dalla creazione nel 1775 dell'Imperiale e Reale Museo di fisica e scienze naturali nel Palazzo Torrigiani di via Romana, sotto la direzione di Felice Fontana. Qui cinque anni dopo sarebbe stato costruito il primo osservatorio astronomico della città (la Specola, nome poi rimasto al Museo zoologico), e nell'Ottocento vi sarebbero sorte le istituzioni antesignane dell'attuale Facoltà di scienze: il Liceo di scienze fisiche e naturali, aperto nel 1807 da Maria Luisa di Borbone, e quindi la sezione di scienze naturali del Regio Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento. Alla Specola Luigi Pons e Giovan Battista Amici furono i principali protagonisti della rinascita degli studi astronomici, poi proseguiti sul colle di Arcetri dove Giovan Battista Donati trasferì l'Osservatorio nel 1872, e dove agli inizi del nostro secolo avrebbe trovato sede anche il Gabinetto di fisica unitamente alla sua cospicua collezione libraria.
Il fondo antico della Biblioteca di Fisica, che dal 1949 è conservato presso l'Istituto e museo di storia della scienza, è tra i più ricchi e significativi. Accanto alle prime edizioni delle opere di Galileo e dei suoi allievi vi figurano tutti i testi dei massimi esponenti della fisica, dell'astronomia e della matematica dei secoli passati; comprende quattro incunaboli e oltre 180 cinquecentine, tra le quali le prime traduzioni dei capisaldi della matematica e della fisica della classicità, insieme ai lavori dei protagonisti dell'algebra e della meccanica rinascimentali, come il Tartaglia, Girolamo Cardano, Giovan Battista Benedetti o Fran?ois Viète. La prestigiosa raccolta è qui rappresentata in un sintetico percorso tutto fiorentino. Accanto alle più celebri opere galileiane, vengono proposti due testi dell'ultimo dei suoi allievi: l'Opera geometrica, il solo lavoro dato alle stampe in vita dal Torricelli, e le postume Lezioni accademiche. I Saggi di Lorenzo Magalotti rendono conto della breve e intensa stagione dell'Accademia del Cimento, della quale lo stesso Magalotti fu segretario, mentre con gli Opuscoli scientifici di Felice Fontana, cultore di studi di fisica, chimica e fisiologia, si è voluto ricordare il primo direttore del Museo di via Romana; chiude la breve rassegna uno dei primi lavori di Giovanni Battista Amici, il cui telescopio costituì per lunghi anni il più moderno strumento di osservazione astronomica in Italia.
Claudia Burattelli

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