De coloribus oculorum (1550) Della fisionomia dell'huomo (1627) Cefalogia fisonomica (1630) Essai sur la physiognomonie (1781-1803) Atlante della espressione del dolore (1876) Fisonomia e mimica (1881) La donna delinquente la prostituta e la donna normale (1893) | Indice > Le Scienze > Antropologia Antropologia All'Istituto di studi superiori di Firenze Raffaello Lambruschini aveva ricoperto l'insegnamento di Antropologia e Pedagogia, ignorando però quasi del tutto la prima materia; intanto le scoperte geologiche e paleontologiche e gli studi di Darwin aprivano nuovi orizzonti sulla storia dell'uomo. Fu allora che Pasquale Villari chiese al ministro Bargoni di istituire la cattedra di Antropologia, che fu assegnata alla Sezione di filosofia e lettere, perché per Villari l'antropologia era 'la prima pagina della storia'. Era il 1869. A ricoprire questo insegnamento fu chiamato Paolo Mantegazza, medico, scienziato, viaggiatore; proveniva da Pavia, dove insegnava Patologia generale. Di fatto era già 'antropologo': lo era diventato negli anni passati in Argentina, dove aveva sì praticato la medicina, ma si era soprattutto appassionato agli usi, alle religioni, alle lingue delle popolazioni incontrate. Subito fondò il Museo nazionale di antropologia, primo in Italia, dove intendeva raccogliere tutto ciò che illustrava le differenze anatomiche dei diversi gruppi umani e dei Primati, e gli usi e costumi dei popoli. Con altri studiosi fondò la Società di antropologia, etnologia e psicologia comparata e l'organo ufficiale di questa, l'Archivio per l'antropologia e la etnologia. E' soprattutto grazie a questo sodalizio che si formò il primo nucleo di quella che sarebbe diventata la Biblioteca di Antropologia: cominciarono infatti ad arrivare in dono o in cambio con la rivista moltissime opere di antropologia, etnologia, psicologia di studiosi contemporanei, quali Darwin e Broca. La psicologia fu curata in modo particolare dal Mantegazza, tanto che nel 1891 inaugurò il Museo psicologico, dove accanto ad oggetti relativi alla vita religiosa figurano strumenti di tortura e di piacere nonché libri pornografici. Intanto continuava a incrementare le collezioni della biblioteca, facendo acquistare volumi antichi e di pregio da Loescher e Gozzini, opere che rispondessero alle esigenze delle sue multiformi ricerche, ed ecco che la biblioteca si arricchisce di belle edizioni di classici latini e greci, di preziosi testi di anatomia e filosofia, e soprattutto di fisionomia, di chiromanzia, di viaggi. Spesso sull'occhietto dei volumi appuntava i suoi commenti e le sue impressioni sui testi. La maggior parte delle opere presenti in questo breve itinerario, dedicato a uno dei principali oggetti di studio del Mantegazza, la fisionomia, è espressamente citata nel primo capitolo del suo Fisonomia e mimica, laddove lo studioso spiega che cosa fosse la 'fisiognomonia' o metoscopia, che cosa gli antichi avessero ricavato dall'osservazione del volto umano e delle diverse espressioni che vi si possono leggere, dalle manifestazioni di gioia a quelle di dolore. Vi si ritrovano citazioni di Della Porta, Ghirardelli, Lavater, Cardona e Niquezio; vi si ritrovano interi nuclei dell'attuale fondo antico della Biblioteca di Antropologia, che lui stesso aveva pazientemente costituito. Commenta anche studiosi più vicini a lui: Camper, Bell, Duchenne, Lombroso e infine Darwin, al quale spetta 'l'onore di studiare la mimica con metodi affatto nuovi, aprendoci una larga via di confronti col ricercare i primi lineamenti della mimica sugli animali, che più ci rassomigliano'. Alla fine di questo primo capitolo, dopo aver confrontato Della Porta (tutto divinazione e cabala) con Darwin (poche affermazioni ma sicurezza di metodo), e dopo aver evidenziato l'abisso che li separa, Mantegazza scrive: 'il mio libro modestamente si propone di restituire all'antropologia e alla psicologia, ciò che è loro patrimonio naturale, di esporre il materiale positivo che oggi si possiede sulla faccia e l'espressione dell'uomo, ed io mi crederò ben fortunato, se avrò potuto anch'io colle mie osservazioni aver accresciuto il patrimonio dei fatti'. Infine una curiosità: a partire dal 1897 ogni articolo pubblicato sull'Archivio per l'antropologia e la etnologia è contrassegnato dalla notazione della classificazione decimale Dewey, di cui il Mantegazza fu un grande, e precoce, estimatore. Maria Emanuela Frati Indice > Le Scienze > Antropologia |